Storia
Ultimo aggiornamento: 27 giugno 2023, 00:30
San Vito è ubicato nell’attuale sub regione della Sardegna prospiciente al Mar Tirreno e più precisamente la parte sud-orientale e chiamata “Sarrabus” .
L'unicità e la tipicità della regione del “Sarrabus” per la sua valenza geografica e paesaggistica viene definita come “un isola nell’isola di Sardegna”.
Il “Sarrabus” era abitato fin dall’ epoca preistorica. Infatti è ampiamente documentato, che in San Vito nell’attuale località “ Sa cunserva” o “Nuraxi”, nei pressi della SS. 387 del Gerrei è stato individuato dagli studiosi un insediamento preistorico all’aperto di grande importanza .
Detto insediamento, di cui resistono deboli tracce e di cui non si conosce la reale estensione perché non è stato oggetto di scavo, è stato classificato dagli studiosi risalente al periodo del Neolitico finale (3200- 2800- a.C.) cultura pre-nuragica di “Ozieri”,
Attualmente in dette aree si possono facilmente trovare reperti di ossidiana e frammenti di ceramiche che le attività agrarie portano costantemente alla luce.
In epoca Fenicia, poco distante, in località Santa Maria (nel Comune di Villaputzu) presso l’estuario del “Saeprus Flumen” oggi conosciuto come Fime Flumendosa, su un piccolo promontorio dominante la piana nella riva sinistra, questi stabilirono un insediamento di carattere commerciale fin dal 600 a.c. denominato Sarcapos, Sarcopos, Sarrapos. L’ubicazione geografica induce a ipotizzare l’esistenza di un porto fluviale, che in sardegna avrebbe una corrispondenza con il porto di Bosa sul fiume Temo, e che sarebbe stato scalo di appoggio per le rotte verso l’Etruria. I rinvenimenti della zona su di un rialto a quota 28,00 mt hanno riportato alla luce i resti di un edificio quadrangolare, mentre le ceramiche rinvenute dimostrano il carattere preminentemente commerciale del sito.
Sarcopos era quindi collegata agli altri centri della Costa sud orientale dell’isola , infatti nel ben noto Itinerario di Antonino (Itinerarium Antonini), redatto probabilmente all'epoca dell'imperatore Romano M. Aurelio Antonino - più conosciuto come Caracalla - (211-217 d. C.), che costituisce la fonte antica che presenta il maggior numero di toponimi sardi, Sarcopos è collocata a 20 miglia (circa 30 Km ) da Porticenses (attuale Tertenia) ed a 20 miglia da Ferraria (attuale San Gregorio).
Delle tre forme con cui viene ricordata la mansione Sarcapos, Sarcopos, Sarrapos, va privilegiata l'ultima, per il fatto che corrisponde chiaramente coronimo odierno della odierna subregione del Sárrabus .
Alcuni studiosi vogliono trovare un collegamento del sardo Sárrapos nella divinità egizio-greca Sárapis/Sérapis «Serapide», che il faraone Tolomeo I (305-283 a. C.) era riuscito a diffondere in tutti i paesi del Mediterraneo e che probabilmente ha sostituisto l'antica divinità salutare indigena .
I limiti geografici della regione del Sarrabus e del Gerrei trovano i primi fondamenti storici fin dalla più lontana epoca mediovale, per poi trovare un prima sommaria individuazione geografica verso il 900 D.C. con 4 regni o” giudicati “ sardi.
Allo stato attuale il Sarrabus comprende una vastissima zona della Costa sud-Orientale della Sardegna che comprende anche i Comuni di Burcei e Villasimius.
Per i centri del “Sarrabus” (oggi identificati nei comuni di: Muravera - San Vito - Villaputzu, ma comprendenti altresì Castiadas e Villasimius) il periodo storico deputato a garantire una qualificata e forte veridicità dei dati storici a noi pervenuti e quello che và dal medioevo 1300 sino alla fine del 1800 , quindi un' arco temporale di circa 600 anni.
Le fonti d’indubbia certezza storica sono:
Nell’anno 1297 d.C. il papa Bonifacio VIII istituì ex novo il "Regnum Sardiniae et Corsicae" infeudandolo al sovrano d'Aragona Giacomo II. la conquista territoriale della Sardegna ha inizio però soltanto nel 1323 con lo sbarco dell'esercito Aragonese, comandato dall'infante Alfonso, nel golfo di Palma di Sulcis. L'occupazione del territorio avviene con lentezza, ma capillarmente. Nel 1324 viene conquistata Villa di Chiesa (poi Iglesias) e nel 1326 Cagliari.
A partire da questa data e fino al 1479, anno in cui i sovrani Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia costituiscono la Corona di Spagna, l'isola viene gradualmente inserita in un'area culturale, oltre che geografica, diversa dal precedente contesto, caratterizzato dalla contrapposizione fra i giudicati autoctoni e le repubbliche marinare di Pisa e Genova.
L'assetto amministrativo del territorio, che rientrava in un più ampio disegno di ristrutturazione socio-economica, subisce radicali mutamenti, in primo luogo la ripartizione in feudi finalizzati a ricompensare i nobili catalani che avevano partecipato alla conquista. Le grandi città vengono sottoposte all'autorità regia e ricevono gli stessi privilegi di Barcellona.
Il piano è ostacolato dalla resistenza opposta dai feudatari presenti prima della conquista (i Doria e i Malaspina) e dal giudicato di Arborea, unico regno autoctono sardo sopravvissuto fino al 1410.
Si interrompe in tal modo il filo diretto che congiungeva la Sardegna alla penisola italiana e, pur non scomparendo del tutto i prodotti toscani e liguri, le correnti di traffico tra Catalogna e Sardegna determinano il configurarsi di nuovi assetti socio-culturali. Vengono accolti il lessico catalano e le espressioni artistiche, in particolare le formule gotico-catalane che si radicheranno nel gusto isolano tanto da venir riproposte fino al Seicento.
In particolare per il “Sarrabus” con la conquista Aragonese dell’isola, furono concesse in feudo agli Zatrillas, il Gerrei e il Sarrabus a Berengario Carroz che prese il titolo di Conte di Quirra dal nome dell’omonimo castello in Villaputzu.
Il Componiment de Sardenya, censimento fiscale compilato nel 1358 reperito nell’Archivio de la Corona de Aragòn –Varia de Cancillerìa, 43, ff. 15r.-16r. (edito dall’archivista “Pròspero de Bofarull y Mascara nell’anno 1836) illustra la “ Curaturia de Sarbos” elencando la composizioni dei vari Villaggi costituenti l’odierno “Sarrabus”: “Villa Nova de Castiades – Tarruti - Merrara - Petreto - Orrea - Ulmos - Yguali - Cortimia”.
Curaturia del Sarrabus 1358 d.C.
Attuali Comuni - Possibile associazione
Castiadas: Villanova de Castiades.
Muravera: Tarruti - Merrera - Petreto.
Villaputzu: //
San Vito: Orrea - Ulmos - Yguali - Cortimia.
Epoca Piemontese - dopo il 1718 d. C.,col trattato di Londra, la Sardegna viene assoggettata alla casa Savoia riconoscendo al casato il titolo di Re di Sardegna. Inizia il censimento cartografico dell’Isola:
1751- Pianta tipografica del Regno di Sardegna (disegno dipinto a mano a tempera su tela dim.cm 109,5x62,5) di autore anonimo, l’importanza del documento e accresciuta da un elenco manoscritto di dodici cartelle, nel quale sono elencati :
VILLE | INCONTRADE | SIGNORIE | DIOCESI | ANIME |
Muravera | di Sarrabus | Marchese di Quirra | Cagliari | 1217 |
San Vito | di Sarrabus | Marchese di Quirra | Cagliari | 1370 |
Villaputzu | di Sarrabus | Marchese di Quirra | Cagliari | 1202 |
1850 - Le mappe costituente dal Corpo cartografico conosciuto come il “De Candia”. Trattasi di mappe redatte nel 1850 per il centro abitato di SAN VITO Tavolette n. 12 e n. 16 - Presso l’archivio di Stato di Cagliari - Si vedano le mappe allegate;
1881 – Itineraio Generale dell’Isola di Sardegna di Enrico Vacca Odone, testo illustrato e con cartografia dove tra l’altro vengono indicati:
COMUNE | POPOLAZIONE | AGENZIA DELLE TASSE | UFFICIO DEL REGISTRO | ALTRE INDICAZIONI |
Muravera | 1.955 | Cagliari | Cagliari | Ufficio Postale |
San Vito | 2.920 | Cagliari | Cagliari | Caserma Regi Carabinieri |
Villaputzu | 2.531 | Cagliari | Cagliari | // |
1. San Vito è un comune della Sardegna sud-orientale facente parte della regione storica del Sàrrabus, considerata, per il suo isolamento e unicità, come “un’isola nell’isola di Sardegna”. 2. All’insediamento è legata la Necropoli di Pranu Narbonis poco distante dall’abitato di San Vito, e sicuramente meritevole di una visita. 3. In età fenicia si sviluppa un nuovo insediamento che diviene il più importante del territorio, tanto da dare il nome alla regione storica del Sàrrabus. Parliamo di Sàrcapos, situato in località Santa Maria (nel Comune di Villaputzu) nella riva sinistra del “Saeprus Flumen” (oggi Flumendosa), sorto probabilmente prima del 600 a.C. come scalo nelle rotte tirreniche, frequentate dai fenicio-punici e successivamente dai romani. Sàrcapos aveva un ruolo di grande importanza anche nei traffici terrestri, così come viene evidenziato nell’Itinerarium Antoninii del III sec. d.C., essendo situato precisamente a metà strada tra Porticenses (oggi Tertenia) e Ferraria (oggi San Gregorio). 4. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente la Sardegna viene conquistata dai Vandali che vi rimarranno meno di 80 anni, infatti nel 534 (col fallimento della ribellione del re Goda) subentrano i Bizantini. Questi utilizzarono le vie romane, come quella orientale transitante nel Sàrrabus, per diffondere ampiamente il Vangelo e il culto dei santi Priamo, Lussorio, Antioco, Antonio, Elena, Barbara e Andrea, a cui sono dedicate alcune chiese sanvitesi. Molte di queste sono state costruite utilizzando schemi bizantini come il “piede bizantino” che misura 31,2 cm, esempi sono le chiese di Santa Maria de Òrrea, Sant’Elena e San Lussorio. 5. A partire dall’VIII sec. e per i seguenti mille anni i mori invaderanno le coste sarrabesi e della Sardegna intera, portando all’abbandono di Sàrcopos e di tanti altri insediamenti costieri. Nel 827 i mori conquistano la Sicilia impedendo le comunicazioni della Sardegna con Bisanzio, da lì in avanti si sviluppano le condizioni per un autogoverno della Sardegna e nascono i Giudicati: 4 regni indipendenti con a capo un re denominato “judike” (italianizzato giudice). La regione storica del Sàrrabus faceva parte del Giudicato di Cagliari, a fini amministrativi viene suddivisa nelle curatorie di Sàrrabus (afferente alla bassa valle del Flumendosa dove sono situati i nostri 3 paesi) e Colostrai (afferente alla piana di San Priamo, Castiadas e alla costa tra Torre Salinas e Cala Pira), queste confinavano a nord con la curatoria di Quirra, a ovest con quella del Gerrei e a sud-ovest con quella del Campidano di Cagliari. Ogni curatoria era difesa da un castello, oggi rimangono solamente le tracce di quello di Quirra, mentre sono scomparsi quello del Sàrrabus o Malvicino (situato in Cùcuru Pedra de Bau) e quello di Herculenti per la curatoria di Colostrai (situato nei pressi di Monte Idda). 6. Dal XI sec. le Repubbliche di Genova e Pisa influenzeranno gli affari e il governo dei Giudicati arrivando a conquistarli, si salverà solamente quello di Arborea. Il primo a cadere sarà proprio quello di Cagliari nel 1258 a causa dei pisani, per cui anche il Sàrrabus entra a far parte dei loro possediementi. L’influenza pisana prende campo anche nell’arte con lo stile romanico, chiari esempi nel Sàrrabus sono la chiesa di San Nicola di Quirra (nel Comune di Villaputzu), il santuario antico di San Priamo (per i bacini ceramici nel muro) e la chiesa di San Lussorio (per le travi dipinte con motivi floreali). 7. Nel 1297 il papa Bonifacio VIII infeuda la Sardegna al Regno di Aragona dandogli la “licentia invadendi”, ma solamente nel 1323 l’esercito aragonese sbarcherà in Sardegna e l’anno successivo sconfiggerà i pisani nei pressi di Elmas nella battaglia di Lutocisterna. Nello stesso anno viene conquistato dagli aragonesi il castello di Quirra e nel 1327 nasce la Contea di Quirra composta dai seguenti feudi: Encontrada de Sarrubus, Baronia de San Miguel, Baronia de Monreal, Encontrada de Marmila, Judicate de Ollastre. Il Giudicato di Arborea, l’unico rimasto a difendere la sovranità dei sardi, porrà due volte sotto assedio il castello di Quirra ma invano, la sua guerra contro gli aragonesi terminerà nel 1420, anno della resa definitiva. Alla fine del Quattrocento viene attestato per la prima volta San Vito come toponimo del paese che ingrandendosi aveva assorbito, almeno a livello amministrativo, gli altri insediamenti. 8. Nel 1479 col matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia vengono unite le due corone e la Sardegna diventa formalmente spagnola. 9. Il dominio spagnolo termina nel 1720, quando il Regno di Sardegna, a causa della guerra di successione spagnola, viene data al Ducato di Savoia. Nonostante questo passaggio, la Sardegna mantiene ancora costumi e usanze spagnole, nell’arte e anche nell’architettura. 10. Sotto i Savoia vengono riformate le istituzioni abolendo il feudalesimo e istituendo la proprietà privata con l’editto delle chiudende (1820). Nel 1861, completata l’unificazione dell’Italia, il Regno di Sardegna diventa Regno d’Italia. 11. Vengono inaugurate nuove economie, come quella mineraria: da Muravera a Sinnai si estende una vena argentifera di qualità eccezionale interessata da numerose attività estrattive. Nel 1871 apre la miniera di Mont’e Narba gestita dalla Società Anonima delle Miniere di Lanusei che, con l’amministrazione dell’ingegnere Gian Battista Traverso, nel 1882 arriva a 1444 tonnellate di minerale di piombo e argento estratto. 12. Nel 1890 per volontà dell’ingegnere Bartolomeo Del Rosso viene restaurata la chiesa di Santa Maria de Òrrea dandogli l’aspetto neo-romanico attuale. 13. Negli anni Cinquanta viene ricostruita la chiesetta di San Giorgio Vescovo in Monte Lora. ₋ nel 2006 tra San Priamo e Murtas.
Fonti: 1. “Il Medioevo nella Sardegna sud-orientale”, di Tiziana Pili 2. “San Vito, il suo monastero e le sue chiese intra urbem”, di Tiziana Pili 3. “La Questione Sarda tra Ottocento e Novecento”, di Leopoldo Ortu 4. minieredisardegna.it 5. wikipedia.org 6. censimento archeologico Archeo Sarrabus (Limen Sarrabus Gerrei APS) |
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1. Santu ‘Idu est unu cumunu de sa Sardìnnia sud-orientali chi fait parti de sa regioni stòrica de su Sàrrabus, cunsiderada, po s’isolamentu e s’unicidadi sua, cumenti “un’ìsula aintru de s’ìsula de Sardìnnia”. 2. A s’insediamentu pertocàt sa Necròpoli de Pranu Narbonis [prãʔaβõʔisi], assoru de sa bidda de Santu ‘Idu chi meressit a dda bisitai.Atrus situs pre-nuraxesus e nuraxesus de importu mannu chi s’agatant in su territòriu cumunali funt: Nuraxi Santoru, Nuraxi e Domu de janas de Santu Pìlimu, Nuraxi e Domu de janas de Su Tàsuru, Nuraxi de s’Òru, Nuraxi de sa Sarmenta, Nuraxi de su Linnàmini, Nuraxi de Mont’Arbu, Nuraxi de Monte Narbeddu, Nuraxi Orridroxu, Nuraxi de Pedru Loddu, Nuraxi de Miali Pili, Tumba de is mannus Su Presoni, Nuraxi de Cuili Ledda, Nuraxi de Sant’Iroxi, Nuraxi de Cannevrau. 3. In edadi fenìcia si svilupat unu insediamentu nou chi at divenni su prus de importu de su logu, tanti de ponni su nòmini a sa regioni stòrica de su Sàrrabus. Seus narendi de Sàrcapos, postu in localidadi Santa Maria (in su Cumunu de Bidd’e Putzi) in s’isca de manca de su “Saeprus Flumen” (oi Frumindosa), nàsciu cun probbabbilidadi antis de su 600 a.C cumenti portu in is bias marinas tirrènicas, imperau dae fenìciu-pùnicus e romanus. Sàrcapos teniat un’arrolu de importu puru in is tràficus de terra, aici cumenti benit marcau in s’Itinerarium Antoninii de su III sec. p.C., sendi postu a metadi de bia precisu intra de Porticenses (oi Tretenii) e Ferrària (oi Santu Gregori). 4. Cun sa derruta de s’Impèriu Romanu de Ocidenti sa Sardìnnia benit conchistada dae is Vàndalus chi no ant a stentai nimancu 80 annus, difatis in su 534 (cun sa faddidura de sa rebèllia de s’urrei Goda) imbucant is Bizantinus in Sardìnnia. Custus imperant is bias romanas cumenti cussa orientali chi passat in su Sàrrabus po spainai in manera prus forti s’Evangèliu e su cultu de is santus Pìlimu, Luxòriu, Antiogu, Antoni, Aleni, Bàrbara, Andria. Medas funt finas is crèsias pesadas imperendi sestus bizantinus cumenti su “pei bizantinu” chi mesurat 31,2 cm, esemprus funt Santa Maria de Òrrea, Sant’Aleni e Santu Luxòriu. 5. A cumentzai dae su sec. VIII e po is sighentis milla annus is morus ant invadi is costeras de su Sàrrabus e de sa Sardìnnia intrea, portendi a su sbandonu de sa bidda de Sarcapos e de medas àterus insediamentus assoru de sa costa. In s’827 is morus conchistant sa Sìcilia impedendi is comunicatzionis cun Bisàntziu, dae ingui a innantis si pesant is cunditzionis po unu autuguvernu de sa Sardìnnia e nascint is Juigaus: 4 rennus indipendentis cun a cabu unu rei chi ddi narant “judike”. Sa regioni stòrica de su Sàrrabus, faendi parti de su Juigau de Càlari, po dda aministrai benit partzia in is curatorìas de Sàrrabus (chi pigàt sa forada de su Frumindosa innui oi nci funt is tres biddas nostas) e Colostrai (chi pigàt totu Bidd’e Majori, Castiadas e sa costa dae Turri de is Salinas a Cala Pira), custas furiant a làcanas cun is curatorìas de Cirra a nord, Gerrei a ovest e Campidanu de Càlari a sud-ovest. Dònnia curatorìa furiat defensada dae unu casteddu, oi nd’abarrant is arrastus sceti de su de Cirra, invècias funt scumpartus cussus de Sàrrabus o Malvicino (chi furiat postu in Cùcuru Pedra de Bau, ananti de su campusantu de Bidd’e Putzi) e cussu de Herculenti po sa curatorìa de Colostrai (chi furiat postu a parti de Mont’e ‘Idda). 6. Dae su XI sèculus is Repùbricas de Genoa e Pisa ant a influentziai is afàrius e su guvernu de is Juigaus arribbendi a ddus conchistai, s’at a sarbai sceti su de Arbarei. Su primu a nd’arrui at a essi pròpriu su de Càlari in su 1258 po mori de is pisanus, tandu su Sàrrabus puru imbucat in is possedimentus insoru. S’influèntzia de is pisanus pigat campu finas in s’arti cun sa manera romànica, esemprus crarus in su Sàrrabus funt is crèsias de Santu Nigola de Cirra (in Cumunu de Bidd’e Putzi), su santuàriu antigu de Santu Pìlimu (po is sciveddas in su muru) e sa crèsia de Santu Luxòriu (po is tiddus pintaus a froris). 7. In su 1297 su papa Bonifàciu VIII infèudat sa Sardìnnia a su Rennu de Aragona donendideddi sa “licentia invadendi”, ma sceti in su 1323 s’esercitu aragonesu at a lompi in Sardìnnia e s’annu infatu at a binci is pisanus a parti de Su Masu in sa batalla de Lutocisterna. In su matessi annu benit conchistau dae is aragonesus su casteddu de Cirra e in su 1327 nascit sa Contea de Cirra cumpònnia dae is sighentis fèudus: Encontrada de Sarrubus, Baronia de San Miguel, Baronia de Monreal, Encontrada de Marmila, Judicate de Ollastre. Su Juigau de Arbarei, s’ùnicu abarrau po defensai sa soberania de is sardus, at a ponni duas bortas s’assèdiu a su casteddu de Cirra ma po debadas, sa gherra sua contras a is aragonesus at a acabbai in su 1420, annu de s’arrèndida definitiva. A s’acabbu de su Cuatruxentus agataus su primu arremonamentu de Santu ‘Idu cumenti a topònimu de sa bidda chi amanniendisiddi a pagu a pagu nd’iat pinnigau, assumancu a livellu amministrativu, is àteras biddixeddas. 8. In su 1479 cun sa coja intra de Ferdinandu de Aragona e Isabella de Castìllia is duas coronas benint aunias e sa Sardìnnia divenit formalmenti spanniola. In custu tempus benint pesadas is turris de càstiu in sa costera po avisai e defensai sa pobulatzioni dae is scurrerias de is arabbus. 9. Su domìniu spanniolu acabbat in su 1720, candu su Rennu de Sardìnnia, po mori de sa gherra de sucessioni spanniola, benit intregau a su Ducau de Savoja. Mancai custu intregu, sa Sardìnnia poderàt ancora custumus e usàntzias spanniolas, in s’arti e in s’architetura puru. 10. Asuta de is Savoja benint reformadas is istitutzionis boghendi su feudalèsimu e ponendi sa propriedadi privada cun s’editu de is tancas (1820). In su 1861, acabbada s’unificadura de s’Itàlia, su Rennu de Sardìnnia divenit Rennu de Itàlia. In su 1875 benit istituiu su presoni de Castiadas e cumentzat s’òbera de acorturadura de cussas terras impestadas dae sa malària. 11. Benint incingiadas economias noas, cumenti cussa minerària: dae Murera a Sìnnia si stèndiat una bena de prata de calidadi ecetzionali interessada dae numerosas atividadis estrativas. In su 1871 abrexit sa mina de Mont'e Narba portada dae sa “Società Anonima delle Miniere di Lanusei” chi, cun s’aministratzioni de s’ingenneri Gian Battista Traverso, in su 1882 lompit a 1444 tonnelladas de minerali de prumu e prata bogau. Is minas sarrabesas de prata, oi dismitias, chi faint parti de “La Via dell’Argento” funt Bacu Arrodas, Mont’e Narba, Juanni Bonu, Masaloni, S’Arcilloni, Taconis, Nicola Secci, Serra s’Ìlixi e Tuviois. De notu finas is minas de Breca (aberta in su 1889), Bacu de su Leunaxi - Monti de Forru, Cannevrau, Monti Lora, Is Crabus, Pedd’e ‘Atu, Sa Lilla, Parredis, innui beniant bogaus mineralis cumenti a bariti, fluoriti, galena, prumu, ma pruschetotu antimòniu. Su minerali beniat carrigau a carru e portau a Portu Coraddu po ddu imbarcai po s’Itàlia e àterus logus. Medas bortas est stètiu propònniu de fai una bieferru po agiudai su trasportu de su minerali e po fai bessiri su Sàrrabus dae s’isolamentu aunendideddu cun Casteddu e s’Ollasta. Su primu proponimentu de cust’òbera est de su 1872, dae parti de s’abogau Giuseppe Sanna Sanna (sa mama e su babbu teniant su matessi scatili), mancai sa bontadi de su progetu su Cumunu de Santu ‘Idu si furiat postu contras cun fortza a sa cessioni de is sartus ademprivilis a imperu de sa sociedadi ferroviària, custu poita nociat meda a s’economia de pastoriu de sa bidda, sa prus de importu. A s’acabbada sa bieferru non dd’ant fata su pròpriu po mori de sa mudadura de is cunditzionis polìticas e econòmicas de sa Sardìnnia. In dònnia manera s’economia minerària iat portau arrichesa a sa bidda chi si podit biri in is palàtzius pesaus in sa segunda metadi de s’Otuxentus. 12. In su 1890 po boluntadi de s’ingenneri Bartolomeo Del Rosso benit asseliada sa crèsia de Santa Maria de Òrrea donendideddi sa bisura neo-romànicu chi si biit oi. 13. In is annus Cincuanta benit torrada a fai sa cresiedda de Sant’Iroxi Obispu in Monti Lora. ₋ in su 2006 intra de Bidd’e Majori e Murtas. Su 10 e 11 de su mesi de ladàmini de su 2018 nd’est calat un’unda de frùmini chi nd’at pinnigau sa brìllia de Pedra de Axedu e fatu dannus meda in is sartus. Sa mina bècia de Mont’e Narba benit imbussada dae una suluda de giarra, s’annu a pustis benit sarbau su tratoreddu stòricu chi produsiat sa currenti po sa sienda de messaria e postu in su parchitu in s’intrada de sa bidda.
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